sabato 13 ottobre 2012

Non rispondere!

Rispondo con un po' di ritardo a un'amica che lamenta il fatto che sua figlia le risponda spesso e volentieri per le rime, facendo ciò che le chiede, ma borbottando e spesso solo dopo un confronto anche aspro.
La dinamica è nota credo a tutti i genitori, in particolare alle mamme di figlie femmine (che tengano bene a mente di essere state a loro volta figlie di mamme femmine...).
Di per sè non è negativo che i figli ci rispondano: è sano ed importantissimo che abbiano la necessaria autostima per espriemere il loro parere ed anche il loro dissenso.
Certo: c'è modo e modo! Allora forse più che zittirli con un secco ed autoritario: "Non rispondere!", è
importante che insegnamo loro come rispondere, nei dovuti tempi, modi e toni, senza mancare di rispetto a se stessi, agli altri ed ai rispettivi ruoli.
Quando poi rispondano solo per giustificarsi ed avere l'ultima parola a tutti i costi, senza disponibilità all'ascolto ed alla riflessione, allora si, ci può anche stare un buon vecchio "non rispondere!" da usare con molta parsimonia, però.
Anche qui, come per i capricci, si tratta di ristabilire un dialogo laddove si è generato uno scontro, o di preverire lo scontro se possibile, adottando modalità differenti per dire le cose in modo da non generare una reazione negativa.
Mi piacerebbe provare a rispondere con le parole di una bravissima psicoanalista, Francoise Dolto, che sono andata a ricercare apposta (nel libro: "Quando i bambini hanno bisogno di noi"):
"Quei bambini mi hanno insegnato molte cose. Ho capito, per esempio, che se un bambino riceve una punizione verbale e non reagisce vuol dir che c'è qualcosa che non va. Infatti, dopo esser stato rimproverato, un bambino ha bisogno di rispondere dicendo delle stupidaggini che l'adulto non può sentire. Ogni tanto, nel cortile, un alunno veniva sgridato perchè aveva fatto qualcosa di pericoloso, di rischioso. Non appena il professore si allontanava il bambino rispondeva dicendo qualche sciocchezza, e tutto tornava in ordine. Il bambino aveva avuto la sua punizione e, nello stesso tempo, i suoi limiti. La accettava, ma solo a condizione di poter replicare qualcosa. Se però, sfortunatamente, la persona lo sentiva e si arrabbiava, il bambino restava depresso per tutto il giorno, perchè gli era stato impedito di andare fino in fondo, di dire tutto quello che voleva. All'epoca non avevo ancora avuto dei figli, ma ho imparato questa lezione formidabile e quando tempo dopo, succedeva che i miei bambini si mettessero a protestare dopo essere stati sgridati, trovavo meraviglioso non dire loro più niente. Quando brontolavano troppo forte e non potevo fare a meno di sentirli, spiegavo loro: "sai, dopo averti sgridato mi sono messa i tappi nelle orecchie". La cosa li faceva ridere e li stupiva: "cosa? è troppo comodo!ti metti i tappi nelle orecchie e se io ti rispondo non mi ascolti?". "Ma no," rispondevo io "ho messo i tappi solo contro le parolacce."
Questo modo di prendere le cose con umorismo aiuta moltissimo il bambino. Può obbedirvi, salvaguardando il proprio narcisismo. Io vi ho individuato una specie di principio, valido sia per la psicolterapia sia per l'educazione, e cioè che non bisogna mai attentare al narcisismo fondamentale di qualcuno. [...] E' totalmente inutile e se per sbaglio succede, bisogna chiedere scusa, riparare un po' il danno, perchè è stato colpito il narcisismo fondamentale, che è l'asse dello spazio e del tempo."

2 commenti:

  1. Mamma mia quanto è narcisista mia figlia!
    ; )

    Grazie, sei stata 'spiegata' benissimo!

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